Fra le novità di questo periodo, l’ultima versione di Google analytics, Analitycs 4, figura fra le più interessanti.
La decisione è ufficiale: a partire dal 1 luglio, secondo quanto annuncia Google, la piattaforma analytics cesserà di raccogliere ed elaborare dati.
Lo stesso destino è riservato alla sua versione a pagamento, Universal analytics 360, che non lavorerà più dal 1 ottobre.
Cosa fare per continuare a usufruire di analytics, lo strumento di monitoraggio più impiegato da aziende e agenzie di comunicazione?
Semplice: traferitevi subito sulla nuova versione di analytics.
In quest’articolo vedremo, insieme, tutte le novità di Google analytics 4.
Le novità di Google analytics 4: entro quando il trasferimento?
Serve fare le valigie immediatamente?
Non proprio! Non spaventarti!
Dopo le date del 1 luglio e 1 ottobre, potrai accedere ai tuoi dati Analytics per sei mesi.
Ma sarà premura di Google decretare la chiusura di questa piattaforma in modo definitivo.
Meglio, dunque, scoprire Google analytcs 4 in tutte le sue potenzialità.
Novità Google analytics: un po’ di storia
Come sappiamo, Google analytics è uno degli strumenti più amati dai professionisti per monitorare i dati del proprio sito web: verificando insight e conversioni in tempo reale.
Google analytics 4 non è sicuramente il primo aggiornamento che si verifica dalla nascita di questa piattaforma.
Nel corso degli anni ve ne sono stati tanti.
Dalla prima versione, che vede la sua nascita nel 2005 con il nome di Urchin.js, passiamo nel 2010 alla seconda versione.
Universal analytics, impiegata ancora, costituisce la terza versione.
La nuova Google analytics 4, abbreviata nell’acronimo GA4, rappresenta una svolta sia in termini di approccio che di monitoraggio dati.
Google analytics 4: cosa cambia veramente?
Una piccola anticipazione di Google analytics 4 è stata data data nel 2020 con un modello ibrido e sperimentale: Beta web+app.
L’idea è di offrire forme di monitoraggio inedite: molto più appetibili per i marketers che per gli analisti.
Il nome Beta web+app, inoltre, lascia intuire la volontà di sviluppare una versione che somigli molto più a un app che non a una piattaforma web.
Soluzioni, queste, che sono state poi impiegate tutte per il lancio ufficiale di Google analytics 4.


Novità Google analytics 4: perché è più appetibile ai marketers che agli analisti?
Come dicevamo, l’elemento davvero inedito di Google analytics 4 è quello del monitoraggio dati.
Non soltanto cambia l’approccio all’analisi dei dati, offrendo un’interfaccia più semplice e fruibile alla loro lettura; ma variano gli aspetti presi in esame negli insight.
A essere analizzati non sono i profili degli utenti, bensì i comportamenti degli stessi sul web.
Il risultato è quello di uno strumento molto più adatto a elaborare strategie di vendita, a partire dal comportamento online degli utenti, di quanto non fosse prima.
Un approccio che verte sulla conversione
Mentre in Universal Google il monitoraggio dei dati avveniva in modo freddo e razionale, Google analytics vanta un approccio strutturalmente più mirato alla conversione dell’utente, guidandoti con maggiore facilità all’ottenimento di questo risultato.
Aspetto reso evidente sin dall’inizio, dall’introduzione delle due nuove categorie: monetizzazione e fidelizzazione.
Un sistema più sofisticato
La lettura più sofisticata è orientata alla conversione degli utenti di Google analytics 4 e si concretizza nella gestione di quattro macrocategorie.
- Aspetti misurati in automatico: si tratta di quei dati che vengono raccolti in automatico non appena Google analytics 4 si mette in funzione. Dati che riguardano ad esempio l’età e la localizzazione.
- Misurazione avanzata: sono tutti quegli aspetti che non vengono rilevati in automatico dal sistema, ma che devono essere impostati dal pannello di controllo, secondo parametri definiti. Parliamo, per esempio, dei download, degli scroll e delle ricerche.
- Eventi raccomandati: sono eventi che vanno ottimizzati autonomamente, inserendo i codici necessari. Molti di questi vengono già rilevati di default, secondo parametri definiti: parliamo ad esempio di condivisioni, acquisti e login.
- Dati personalizzati: eventi che non sono rilevati da Google, ma che è possibile impostare dal pannello di amministrazione, secondo le proprie necessità.
Dashboard personalizzate
Quello della personalizzazione è un altro dei principali punti di novità introdotti da Google analytics 4.
A chi è alla prima esperienza saranno fornite dashboard standardizzate; tuttavia vi sarà la possibilità di creare sessioni sempre più sofisticate, sviluppando strategie di vendita per la propria azienda sulla base di metriche personalizzate.
Google analytics 4: una svolta nel monitoraggio dei dati
In conclusione, possiamo rilevare nell’ultimo upgrade di Google analytics uno strumento di monitoraggio sempre più elaborato e sofisticato.
Una nuova concezione del tracciamento che indica, nel colosso statunitense, una consapevolezza decisamente matura di quanto i dati non siano numeri freddi e razionali, bensì strumenti a disposizione delle aziende per misurare il comportamento degli utenti.
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Crescita Linkedin in Italia: le ragioni
Linkedin in Italia: le ragioni della sua crescita
La crescita di Linkedin in Italia è un fatto senza dubbio prodigioso. Ancora adesso, benefici e potenzialità di tale social continuano a emergere e presentarsi in maniera inesauribile.
Sebbene nel resto del mondo Linkedin figuri a malapena fra i dieci social più usati, nel tessuto italiano, nell’anno 2021, si conferma come la settima piattaforma più utilizzata, considerando una fascia d’età che va dai 16 ai 64 anni.
Il nostro Paese, su Linkedin, vanta oltre 13 milioni di utenti e 500.000 aziende che hanno deciso di sviluppare la loro reputazione su questa piattaforma.
Le ragioni del successo sono ascrivibili a molteplici fattori, alcuni di essi legati direttamente al contesto sociale e imprenditoriale italiano.
Una crescita costante, ma non immediata
Giusto per fare un po’ di storia, ricordiamo che, da qualche mese, Linkedin ha compiuto 18 anni, diventando ufficialmente maggiorenne. La sua fondazione risale al 2003, a opera dell’imprenditore Reid Hoffman.
Il successo di Linkedin non fu immediato, diventando popolare in Europa soltanto nel 2008.
Tuttavia è un social che ha sempre dimostrato una certa organicità di contenuti, coerenza e linearità rispetto al fine originario.
L’idea di questo social era quella di creare occasioni di lavoro per tutti, a prescindere dall’area geografica, mettendo le aziende in comunicazione con professionisti.
Nel tempo, questo obiettivo è risultato capace di evolversi su un binario che resta ligio alla missione iniziale, sviluppando altre interessanti occasioni di connessione.
In Italia, la crescita di Linkedin è stata impareggiabile.
Cresci Linkedin in Italia: fonte affidabile di informazioni
Innanzitutto, in virtù della sua natura di social volto a facilitare i rapporti di lavoro, la piattaforma Linkedin si presenta come del tutto esente dal rischio di diffondere fake news.
Aspetto non da poco di questi tempi.
Nell’ultimo periodo di emergenza, siamo stati fatti edotti circa i pericoli della cattiva informazione su piattaforme in cui non vige alcun controllo.
Più che come uno spazio virtuale finalizzato alla ricerca del lavoro, Linkedin, nelle comunicazioni ufficiali, viene presentato come una vera rete commerciale. Una community business dove diversi professionisti si interfacciano con le aziende.
Alla luce di ciò capiamo come, nel mondo dell’imprenditoria, Linkedin sia considerato una delle fonti di informazione più attendibili, quasi al pari del wall strett jounal.
Molti professionisti decidono di sviluppare la proprio reputazione online proprio su questo spazio.
Linkedin in Italia: interesse delle aziende per forme di promozione online
Il motivo per cui, nell’ultimo anno, molte aziende italiane hanno ricorso a Linkedin per allargare la propria rete di relazioni è abbastanza intuibile.
La pandemia da Covid-19 ha dato un impulso importante alla transizione digitale nel nostro Paese, con una scossa definitiva a quello stato di torpore che tanto ci metteva in ritardo rispetto agli altri stati europei.
Se già l’interesse delle aziende e dei professionisti rispetto a questo social era forte prima della pandemia, il Covid ha acuito ancor più questo atteggiamento.
La più grande community per sviluppare contatti di lavoro
La promozione online di un’azienda passa sempre per Linkedin, fondamentale per sviluppare una rete di contatto da cui partire e preservare nel tempo questo sistema di relazioni.
Come community, Linkedin permette alle aziende di sviluppare relazioni con stakeholder, investitori, professionisti da assumere e di creare gruppi di confronto in cui discutere soluzioni per la propria attività.
Vetrina per accrescere il proprio brand con i clienti
Le potenzialità di Linkedin non si esprimono, però, soltanto in termini di contatti logistici. Linkedin è anche un canale di comunicazione per relazionarsi alla propria audience di riferimento e far crescere il proprio brand aziendale.
Molto fruttuosa e da incoraggiare la pratica chiamata Employee Advocacy, che consiste nell’avvalersi dei propri dipendenti nella comunicazione social.
Si calcola che il 3% di dipendenti che condividono contenuti relativi alla propria azienda su Linkedin si traducono in un ritorno, in termini di engagement, del 30%.
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